sabato 21 febbraio 2009

Il PIL

Per chi non conoscesse questo discorso pronunciato qualche decina d'anni fa...


"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […]. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani."

Robert Kennedy

giovedì 19 febbraio 2009

Gli Americani




Ho acquistato recentemente un libro di fotografie del fotografo svizzero Robert Frank. Si intitola "Gli Americani" ed è una raccolta di scatti effettuati tra il 1955 e il 1956 nei vari stati americani. Foto di persone, contestualizzate con ineguagliabile maestria in una inconfondibile America anni '50.

Riporto un estratto dell'introduzione al libro scritta da un famoso scrittore americano di quegli anni:

"Quella folle sensazione in America, quando il sole picchia forte sulle strade e ti arriva la musica di un jukebox o quella di un funerale che passa. E' questo che ha catturato Robert Frank nelle formidabili foto scattate durante il lungo viaggio (finanziato da una borsa della fondazione Guggenheim) attraverso qualcosa come quarantotto stati su una vecchia macchina di seconda mano. Con l'agilità, il mistero, il genio, la tristezza e lo strano riserbo di un'ombra ha fotografato scene mai viste prima su pellicola. Per questo Frank sarà riconosciuto come un grande della fotografia. Dopo che hai visto quelle immagini finisci per non sapere se sia più triste un jukebox o una bara. Perchè lui fotografa ininterrottamente bare e jukebox - e i misteri dell'intermediazione, come il prete negro accucciato chissà perchè sotto la pancia liquida e lucente del Mississippi a Baton Rouge, all'imbrunire o alle prime luci dell'alba, con una croce bianca di neve e i suoi incantesimi segreti, mai sentiti fuori dal bayou. Oppure quella sedia in un caffè, col sole che entra dalla finestra e la avvolge di un alone sacro."...

Jack Kerouac

domenica 1 febbraio 2009

Siamo tornati

Come spesso accade, quando si parte per una vacanza, poi bisogna anche tornare indietro... ahimè.
In ogni caso Zanzibar è stata davvero una scoperta. Piacevole, s'intende. Colpevoli di un primo impatto "scioccante" sono stati i bambini... milioni di bambini. Per le strade, nelle case... di tutte le età, sorridenti e allegri.
L'impatto successivo poi, è stato oltremodo godurioso: una spiaggia da favola con lettini e ombrelloni!! Ci voleva proprio! Il sonno si è impossessato di me per almeno tre giorni... mi addormentavo ovunque.
Detto questo, i siti di immersione sono davvero fantastici. Se vi piacciono, i fondali di Zanzibar sono la casa dei nudibranchi. Dottorgioia ha scattato qualche foto davvero bella e le ha postate sulla sua pagina Flickr.
Per il resto, tanto riposo (giusto per ribadire il concetto) e una escursione a Stone Town. Città dai mille colori tipicamente africana, con un'evidente passato coloniale.
Insomma, siamo tornati controvoglia ma pienamente soddisfatti. A breve posterò qualche scatto.